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Sabato 8 marzo la Leonardo di Nerviano (MI) ha lasciato a casa i lavoratori, mentre solitamente il sabato è un giorno lavorativo, quindi è stata sospesa la produzione per quella giornata per evitare che questi potessero incontrare ed eventualmente confrontarsi con i manifestanti.
Il grande tabellone con l’insegna di Leonardo è stato ricoperto totalmente con strati di polietilene nero per oscurarne la scritta.
Il presidio, che ha visto la presenza di un paio di centinaia di partecipanti, si è poi trasformato in un corteo che ha percorso per circa un’ora la strada statale Sempione fino ad arrivare nei pressi dell’area abitata e commerciale. Qui sono continuati gli interventi e i volantinaggi che hanno suscitato reazioni positive, di interesse e di consenso sia da parte degli automobilisti che dei clienti del centro commerciale.
In tutto questo è da evidenziare il totale silenzio della stampa, anche locale, che volutamente e probabilmente dietro indicazione di Leonardo e dei suoi padroni statali, ha censurato qualsiasi tipo di informazione.
È chiaro che la denuncia dell’attività di produzione di morte di Leonardo SpA che fa affari con le guerre dia molto fastidio. Loro vorrebbero continuare a produrre indisturbati sistemi d’arma, che sono strumenti di morte e distruzione, e aumentare i loro profitti vertiginosamente, come sta avvenendo in questi ultimi anni in cui i venti di guerra dei padroni del mondo si fanno sentire sempre di più e il riarmo diventa sempre più imponente. Sta a noi, che delle loro armi e delle loro guerre siamo vittime, bloccare la loro filiera di morte e continuare con sempre più forza a mobilitarci contro le guerre, chi le produce, chi ha interessi a farle.

La guerra comincia anche da qui, dalla Leonardo SpA, dall'appetito di sangue e di dominio del complesso militare industriale, principale beneficiario dell'odierna e monumentale campagna di "riarmo".

Contro le bandiere blu della Von der Leyen, di un’Europa sempre più guerrafondaia e del silenzio-assenso agli 800 miliardi che in 4 anni si vuol destinare alle spese militari che, come sempre, verranno tolti agli adeguamenti salariali, alla scuola e alla sanità pubblica, alla cura dell’ambiente e alla tutela della sicurezza sul lavoro.

Contro Leonardo parte attiva nel genocidio del popolo palestinese: i piloti israeliani, che bombardano Gaza con gli F-35, si sono formati e addestrati a bordo di aerei prodotti in Italia all'ex Alenia Aermacchi oggi Leonardo di Venegono Superiore (VA), 30 velivoli M-346 venduti nel 2012 a Israele facilmente armabili per trasformarli in jet d'at-tacco. I primi due caccia furono consegnati nel 2014, pochi giorni prima dell'aggressione militare sulla Striscia di Gaza denominata "Margine protettivo", un massacro che ha sterminato oltre 2200 persone di cui 531 bambini. Anche i piloti degli elicotteri d'attacco, usati per il genocidio e che hanno bombardato anche gli ospedali uccidendo perfino i neonati, si sono formati sugli elicotteri Agusta prodotti da Leonardo a Samarate (VA).

Leonardo, una delle cui sedi si trova sul territorio di Nerviano, direttamente o attraverso la controllata statunitense Leonardo DRS, è un partner strategico del complesso militare-industriale di Israele, con la conseguenza che è coinvolta in qualità di fornitore e fruitore delle tecnologie militari israeliane nella violenza contro la popolazione Palestinese.

Dal welfare al warfare, dal conflitto tra Russia e NATO sul suolo ucraino al genocidio del popolo palestinese: Leonardo festeggia la guerra e brinda al proprio boom in borsa, con commesse vertiginose e grandi profitti.

Il presidio di sabato davanti ai cancelli della Leonardo di Nerviano è solo uno delle tante iniziative di lotta che si stanno moltiplicando per inceppare la macchina bellica.

Assemblea contro la guerra Varese e provincia

Di seguito riportiamo il testo di indizione del presidio.



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Sabato 8 marzo la Leonardo di Nerviano (MI) ha lasciato a casa i lavoratori, mentre solitamente il sabato è un giorno lavorativo, quindi è stata sospesa la produzione per quella giornata per evitare che questi potessero incontrare ed eventualmente confrontarsi con i manifestanti.
Il grande tabellone con l’insegna di Leonardo è stato ricoperto totalmente con strati di polietilene nero per oscurarne la scritta.
Il presidio, che ha visto la presenza di un paio di centinaia di partecipanti, si è poi trasformato in un corteo che ha percorso per circa un’ora la strada statale Sempione fino ad arrivare nei pressi dell’area abitata e commerciale. Qui sono continuati gli interventi e i volantinaggi che hanno suscitato reazioni positive, di interesse e di consenso sia da parte degli automobilisti che dei clienti del centro commerciale.
In tutto questo è da evidenziare il totale silenzio della stampa, anche locale, che volutamente e probabilmente dietro indicazione di Leonardo e dei suoi padroni statali, ha censurato qualsiasi tipo di informazione.
È chiaro che la denuncia dell’attività di produzione di morte di Leonardo SpA che fa affari con le guerre dia molto fastidio. Loro vorrebbero continuare a produrre indisturbati sistemi d’arma, che sono strumenti di morte e distruzione, e aumentare i loro profitti vertiginosamente, come sta avvenendo in questi ultimi anni in cui i venti di guerra dei padroni del mondo si fanno sentire sempre di più e il riarmo diventa sempre più imponente. Sta a noi, che delle loro armi e delle loro guerre siamo vittime, bloccare la loro filiera di morte e continuare con sempre più forza a mobilitarci contro le guerre, chi le produce, chi ha interessi a farle.

La guerra comincia anche da qui, dalla Leonardo SpA, dall'appetito di sangue e di dominio del complesso militare industriale, principale beneficiario dell'odierna e monumentale campagna di "riarmo".

Contro le bandiere blu della Von der Leyen, di un’Europa sempre più guerrafondaia e del silenzio-assenso agli 800 miliardi che in 4 anni si vuol destinare alle spese militari che, come sempre, verranno tolti agli adeguamenti salariali, alla scuola e alla sanità pubblica, alla cura dell’ambiente e alla tutela della sicurezza sul lavoro.

Contro Leonardo parte attiva nel genocidio del popolo palestinese: i piloti israeliani, che bombardano Gaza con gli F-35, si sono formati e addestrati a bordo di aerei prodotti in Italia all'ex Alenia Aermacchi oggi Leonardo di Venegono Superiore (VA), 30 velivoli M-346 venduti nel 2012 a Israele facilmente armabili per trasformarli in jet d'at-tacco. I primi due caccia furono consegnati nel 2014, pochi giorni prima dell'aggressione militare sulla Striscia di Gaza denominata "Margine protettivo", un massacro che ha sterminato oltre 2200 persone di cui 531 bambini. Anche i piloti degli elicotteri d'attacco, usati per il genocidio e che hanno bombardato anche gli ospedali uccidendo perfino i neonati, si sono formati sugli elicotteri Agusta prodotti da Leonardo a Samarate (VA).

Leonardo, una delle cui sedi si trova sul territorio di Nerviano, direttamente o attraverso la controllata statunitense Leonardo DRS, è un partner strategico del complesso militare-industriale di Israele, con la conseguenza che è coinvolta in qualità di fornitore e fruitore delle tecnologie militari israeliane nella violenza contro la popolazione Palestinese.

Dal welfare al warfare, dal conflitto tra Russia e NATO sul suolo ucraino al genocidio del popolo palestinese: Leonardo festeggia la guerra e brinda al proprio boom in borsa, con commesse vertiginose e grandi profitti.

Il presidio di sabato davanti ai cancelli della Leonardo di Nerviano è solo uno delle tante iniziative di lotta che si stanno moltiplicando per inceppare la macchina bellica.

Assemblea contro la guerra Varese e provincia

Di seguito riportiamo il testo di indizione del presidio.

BY Collettivo Adespota


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The regulator said it has been undertaking several campaigns to educate the investors to be vigilant while taking investment decisions based on stock tips. In 2014, Pavel Durov fled the country after allies of the Kremlin took control of the social networking site most know just as VK. Russia's intelligence agency had asked Durov to turn over the data of anti-Kremlin protesters. Durov refused to do so. Telegram was co-founded by Pavel and Nikolai Durov, the brothers who had previously created VKontakte. VK is Russia’s equivalent of Facebook, a social network used for public and private messaging, audio and video sharing as well as online gaming. In January, SimpleWeb reported that VK was Russia’s fourth most-visited website, after Yandex, YouTube and Google’s Russian-language homepage. In 2016, Forbes’ Michael Solomon described Pavel Durov (pictured, below) as the “Mark Zuckerberg of Russia.” During the operations, Sebi officials seized various records and documents, including 34 mobile phones, six laptops, four desktops, four tablets, two hard drive disks and one pen drive from the custody of these persons. Artem Kliuchnikov and his family fled Ukraine just days before the Russian invasion.
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